C’è una frase che nei giorni scorsi si è annidata nei pensieri, frastornati dalle notizie negative, dalle terribili testimonianze, drammatiche immagini, dalla freddezza dei numeri: “al peggio non c’è mai fine”. Eppure quel sentimento di sconforto pian piano è stato sostituito da un anelito di speranza che, come il lento corrodere della natura, sta rimuovendo accuratamente gli spigoli della rassegnazione. Così da far nascere, prorompente come un linea retta, un nuovo pensiero: alla solidarietà non c’è mai fine.
Ecco che riaffiorano alla nostra vista tutti i gesti di questi giorni, dai più piccoli ai più grandi, concatenati nella strada della solidarietà. Così come piccoli punti che si uniscono per formare un disegno più grande.
Ebbene in questa strada lastricata di gesti straordinari che hanno riguardato la nostra città, una storia merita particolare attenzione. Non perché sia così grande da oscurare le altre ma al contrario poiché piccola quasi impercettibile e che rischia di essere persa nel racconto di una città che sta dimostrando grande cuore.
Una storia piccola ma che ha un significato profondo perché parla di amicizia. Si tratta dell’amicizia tra due paesi, l’Italia e l’Albania. Tra la diocesi di Caltanissetta e di Sapa. Come spiegato in un articolo precedente il gemellaggio tra le diocesi nasce già diversi anni fa ed è stato intessuto nel tempo con l’attività di volontari in Albania ma anche con il progetto solidale della Caritas che ha visto impegnate le donne del Paese delle Aquile.
Insomma un vero e proprio ponte tra le due diocesi a sostegno dell’imprenditoria femminile in Albania, con la produzione di saponi naturali poi venduti negli empori della Caritas per il finanziamento dell’impresa stessa e l’aiuto alle famiglie albanesi.
Oggi invece ci ritroviamo in qualche modo dall’altro lato della barricata e il sostegno della nazione amica non è mancato. A suggellare questa amicizia verranno donati alle famiglie in difficoltà i saponi prodotti dalle donne albanesi e distribuite dalla Caritas di Caltanissetta insieme a tutti gli altri prodotti di prima necessità. Un gesto per mostrare la vicinanza e la gratitudine, un piccolo dono simbolico per ricordare come ha anche detto il Presidente Edy Rama che: “Non siamo privi di memoria, l’ Italia ci ha salvato e accolto. È nostra amica e gli albanesi non abbandonano mai un proprio amico in difficoltà. Oggi siamo tutti italiani, e l’Italia deve vincere e vincerà questa guerra anche per noi, per l’Europa e il mondo intero”.
Così forse quel gesto meccanico e sfrenato per l’igiene delle mani non sarà più accompagnato soltanto dalla paura di un nemico invisibile da cacciare via, ma potrà diventare una carezza di un amico che non ti abbandona.
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